Finestre in condominio, stretta su Fisco e regole: cosa cambia nel 2025 per non perdere i bonus
Sostituire le finestre in condominio non è più solo una questione di preventivi. Tra decreti sull’efficienza energetica, norme anti-rumore e una recente sentenza della Cassazione, l’intervento è diventato un percorso a ostacoli dove un errore può costare caro, soprattutto in termini di accesso ai bonus fiscali. L’amministratore e i condòmini sono avvisati: per garantire un lavoro a regola d’arte e un reale risparmio in bolletta, la qualità del prodotto non basta più. L’attenzione si sposta sul “come” viene installato.
Efficienza energetica: l’occhio del Fisco sul cassonetto
Il primo paletto è fissato dal Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015, che impone precisi limiti di isolamento termico (Uw) a seconda della zona climatica. Ma la vera novità sta nei controlli, sempre più stringenti da parte di enti come ENEA. L’errore più comune, e oggi meno perdonato, è trascurare il cassonetto dell’avvolgibile.
Installare un serramento di ultima generazione senza riqualificare il vecchio cassonetto è come indossare un cappotto di lana lasciando la cerniera aperta: una dispersione di calore che può vanificare l’intero investimento. Ai fini legali e per l’accesso ai bonus, il serramento e il cassonetto sono considerati un unico “nodo finestra”, e la loro performance deve essere certificata nel suo insieme.
Isolamento acustico: non solo una questione di doppi vetri
Meno noto ma altrettanto vincolante è il D.P.C.M. del 5 dicembre 1997, che stabilisce i requisiti minimi di isolamento dai rumori esterni. La legge non valuta la performance del singolo vetro, ma l’efficacia dell’intera facciata. Un serramento eccellente montato male o abbinato a un cassonetto non insonorizzato crea un “ponte acustico”, lasciando passare i rumori e rendendo l’intervento non conforme alla normativa.
La posa in opera diventa legge: la sentenza che cambia tutto
La vera svolta arriva però dal fronte legale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 1883/2025) ha messo un punto fermo: la norma tecnica UNI 11673, che descrive i criteri per una posa qualificata, non è più solo una raccomandazione per addetti ai lavori, ma rappresenta la “regola dell’arte” riconosciuta dalla legge.
Questo significa che, in caso di contestazioni, infiltrazioni o scarso isolamento, un giudice valuterà se l’installatore ha seguito o meno questa procedura. La norma prevede l’uso di materiali specifici per la sigillatura e, soprattutto, richiede che l’intervento sia eseguito da posatori qualificati e certificati. Per i condomìni, affidarsi a imprese che non garantiscono una posa conforme a questo standard significa esporsi a un rischio legale e tecnico enorme. Per l’amministratore, inserire il rispetto della UNI 11673 nel capitolato d’appalto non è più un’opzione, ma una necessità per tutelare l’edificio e l’investimento.




