Furti in casa con i ponteggi, la svolta della Cassazione: “Paga anche il condominio”
Una nuova ordinanza (n. 25122/2025) stabilisce la responsabilità solidale dell’impresa e del condominio per i colpi messi a segno usando le impalcature. L’amministratore è chiamato a un ruolo di vigilanza attiva per prevenire i rischi.
ROMA – Un ponteggio montato per ristrutturare la facciata diventa un’autostrada per i ladri? La colpa non è solo loro. D’ora in poi, a pagare i danni potrebbero essere chiamati in solido sia l’impresa che ha installato l’impalcatura, sia il condominio stesso.
A stabilirlo è una sentenza destinata a cambiare le regole nei cantieri condominiali, la n. 25122 del 12 settembre 2025della Corte di Cassazione, che considera i ponteggi non una semplice “occasione”, ma una vera e propria “concausa efficiente” del reato se non vengono adottate le giuste misure di sicurezza.
Il principio: da “occasione” a “causa” del Furto
Finora, la difesa di imprese e condomini si basava spesso sull’idea che il ponteggio fosse solo un’opportunità sfruttata dai malviventi. La Terza Sezione Civile ha ribaltato questa visione: se l’impalcatura viene usata per accedere a un appartamento e svaligiarlo, significa che qualcuno ha fallito nel suo dovere di custodia e vigilanza.
La responsabilità, quindi, si sdoppia:
- L’impresa appaltatrice (art. 2043 c.c.): Ha l’obbligo di adottare tutte le precauzioni necessarie (illuminazione, allarmi, chiusura degli accessi) per impedire che il cantiere diventi un punto debole per la sicurezza dell’edificio.
- Il condominio (art. 2051 c.c.): In qualità di “custode” delle parti comuni, deve vigilare attivamente affinché l’impresa rispetti gli standard di sicurezza, pena la corresponsabilità nel risarcimento del danno.
Il caso che ha fatto giurisprudenza
La storica decisione nasce da una vicenda concreta: una condomina di un appartamento al quinto piano si era vista la casa svaligiata da ladri che si erano arrampicati proprio sui ponteggi installati per dei lavori di ristrutturazione. Inizialmente, la Corte d’Appello aveva dato ragione a impresa e condominio. La Cassazione, invece, ha accolto il ricorso della vittima, affermando che la mancanza di misure di sicurezza adeguate ha contribuito direttamente a causare il furto.
Cosa cambia per amministratori e residenti
L’impatto di questa sentenza è immediato e richiede un cambio di passo nella gestione dei lavori.
“Questa ordinanza impone un salto di qualità,” spiega un avvocato esperto in diritto condominiale. “L’amministratore non può più limitarsi a un ruolo burocratico di firma del contratto d’appalto, ma diventa un vero e proprio gestore del rischio. Deve pretendere garanzie, inserirle nel contratto e verificare di persona che vengano applicate. È una tutela in più per i singoli condòmini, ma anche un onere maggiore per la gestione condominiale”.
Le regole d’oro per un cantiere sicuro
Per evitare brutte sorprese, amministratori e imprese dovranno seguire un preciso protocollo di sicurezza:
- Recinzioni invalicabili: Il cantiere deve essere isolato con recinzioni adeguate e cancelli chiusi a chiave fuori dall’orario di lavoro.
- Illuminazione e allarmi: Le impalcature devono essere ben illuminate durante la notte e, se possibile, dotate di sistemi di allarme anti-intrusione.
- Contratti blindati: I contratti d’appalto devono contenere clausole specifiche che obbligano l’impresa alla custodia del cantiere e alla responsabilità per eventuali usi impropri dei ponteggi.
- Verifiche costanti: L’amministratore o il direttore dei lavori devono effettuare controlli periodici per assicurarsi che le misure di sicurezza siano sempre attive.
- Comunicazione chiara: È fondamentale informare i residenti dell’inizio dei lavori e delle precauzioni da adottare, invitandoli a segnalare ogni anomalia.
In un Paese dove le ristrutturazioni edilizie sono all’ordine del giorno, la sentenza 25122/2025 segna un punto fermo: la sicurezza non è un optional e la negligenza, d’ora in poi, si paga in solido.
Francesco Venunzio




