La nuova era dell’Amministratore di Condominio.

Dall’Assemblea CEPI emerge il nuovo professionista europeo: non più semplice gestore, ma garante di valore e legalità.

PARIGI – Una professione in radicale mutamento, chiamata a rispondere alle sfide epocali della transizione ecologica e digitale. È questo il quadro emerso durante l’ultima Assemblea Generale del CEPI (Consiglio Europeo delle Professioni Immobiliari) tenutasi a Parigi. A tracciare le linee guida del futuro è il Presidente di ANACI Milano Leonardo Caruso, Chairman dell’Assemblea, che ha sottolineato come l’Europa stia ridisegnando l’identità del professionista immobiliare.

Al centro del confronto tra le principali associazioni europee vi è l’urgenza di armonizzare competenze e standard operativi. L’obiettivo è chiaro: permettere agli amministratori ci condominio di operare in un quadro comunitario coerente, elevando la qualità del servizio offerto ai cittadini.

Da “gestore di impianti” a manager del valore

Il tema dominante dell’assemblea è stato l’impatto delle direttive europee sulla riqualificazione energetica (la cosiddetta direttiva “Case Green”). “Le sfide che attendono l’immobiliare italiano ed europeo richiedono interventi strutturali complessi,” ha dichiarato il Presidente Caruso. “Questo sta ridefinendo il ruolo dell’amministratore: da semplice gestore di impianti e servizi, diventa promotore del valore complessivo dell’edificio.

La figura che emerge è quella di un tecnico altamente qualificato, capace di guidare i condòmini verso scelte di efficientamento energetico, coordinando progetti complessi e individuando soluzioni finanziariamente vantaggiose. Non si tratta più solo di manutenzione ordinaria, ma di preservare il patrimonio immobiliare nel tempo.

La sfida della digitalizzazione e la trasparenza

Il secondo pilastro fondamentale è la digitalizzazione, definita ormai un “requisito imprescindibile”. L’amministratore del futuro deve padroneggiare piattaforme digitali e gestione in cloud, garantendo al contempo sicurezza informatica e trasparenza dei dati. Su questo fronte, l’Italia si pone all’avanguardia. ANACI, forte di oltre 50 anni di esperienza, ha portato ai tavoli europei esempi concreti come la piattaforma “Digital Place”, nata per migliorare la tracciabilità e la qualità dei servizi. “La competitività del professionista si gioca sulla capacità di innovare, semplificare e comunicare in modo efficace,” ha ribadito il Presidente.

Legalità e antiriciclaggio: un dovere etico

Un passaggio cruciale dell’intervista ha riguardato la compliance normativa, con particolare riferimento all’antiriciclaggio (tema che nella trascrizione originale era stato erroneamente tradotto come “anticyclonics”, ndr). Sebbene possa sembrare un tema distante dalla gestione condominiale quotidiana, l’Europa richiede standard elevatissimi di trasparenza. Per l’amministratore italiano, questo si traduce in una gestione contabile cristallina e comprensibile per i condòmini, conti correnti dedicati e, soprattutto, la promozione di una diffusa cultura della legalità. Partecipare ai tavoli del CEPI permette all’Italia di recepire le best practices europee in materia, rafforzando la reputazione e la credibilità dell’intera categoria.

Il messaggio per l’Italia

In conclusione, il messaggio che arriva da Parigi è netto: l’amministratore è la figura chiave della transizione. “L’ANACI rappresenta con orgoglio la professionalità italiana,” ha concluso Caruso. “Stiamo contribuendo attivamente a costruire un futuro in cui competenza, sostenibilità e innovazione siano i pilastri della professione immobiliare in Europa”.

Il dado è tratto: il tempo dell’amministratore “dopolavorista” è finito, lasciando spazio a un manager europeo dell’immobile, etico e qualificato.

Francesco Venunzio